Aristippus philosophus Socraticus naufragio cum eiectus ad Rhodiensium litus animadvertisset geometrica schemata descripta, exclamavisse ad comites ita dicitur bene speremus, hominum enim vestigia video statimque in oppidum Rhodum contendit et recta gymnasium devenit, ibique de philosophia disputans muneribus est donatus, ut non tantum se ornaret sed etiam eis qui una fuerunt et vestitum et cetera quae opus essent ad victum praestaret. cum autem eius comites in patriam reverti voluissent interrogarentque eum quidnam vellet domum renuntiari, tunc ita mandavit dicere, eiusmodi possessiones et viatica liberis oportere parari quae etiam e naufragio una possent enatare. namque ea vera praesidia sunt vitae quibus neque fortunae tempestas iniqua neque publicarum rerum mutatio neque belli vastatio potest nocere.
Si dice che il filosofo socratico Aristippo, naufragato sulla costa rodiense, avendo scorto delle incisioni di figure geometriche, disse ai suoi compagni queste parole: “C’è ben da sperare: vedo, infatti, segni di uomini”. E in breve, incamminatosi alla volta della città di Rodi, giunse direttamente al ginnasio; dove, discettando di filosofia, fu omaggiato di doni, tal che non soltanto ne facesse lui uso personale, ma che disponesse il vestito e tutte le altre cose necessarie al vitto anche a coloro che erano con lui. Tuttavia, quando i suoi compagni espressero il desiderio di tornare in patria, e gli chiesero cosa mai avesse intenzione di comunicare a casa, egli allora mandò a dire così: ovvero, che, in ogni modo, i possedimenti e le provvigioni destinate ai figli sarebbero state quelle preservate in caso di naufragio. E infatti, le cose che veramente contano nella vita sono quelle che né i casi della fortuna, né stravolgimenti politici, né devastazioni belliche possono nuocere.