In omnibus proeliis et expeditionibus conditio talis est, ut, quod tibi prodest, adversario noceat, quod illum iuvat, tibi semper officiat. Numquam igitur ad illius arbitrium aliquid facere, aut dissimulare debemus, sed id solum agere, quod nobis utile iudicamus. Aut inopia aut terrore melius est hostem domare quam proelio: in quo amplius solet fortuna potestatis habee quam virtus. Occasio in bello amplius solet iuvare quam virtus. Melius est post aciem plura servare praesidia quam latinus milites exspargere. Difficile vincitur quam multitudo; amplius saepe locus prodest quam virtus. Exercitus labore proficit, otio consenescit. Quio frumentum necessariumque non praeparat, vincitur sine armis.
In tutte le guerre e spedizioni c’è una così grande preparazione dato che ciò che giova a te nuoce all’avversario; ciò che giova a quello, ti danneggia. Mai quindi dobbiamo fare o trascurare qualcosa per sua decisione, ma agire solo per quello che giudichiamo utile per noi. È meglio domare i nemici o per scarsezza o per paura che con la battaglia, nella quale di solito ha più potere la fortuna che la virtù. L’opportunità nelle guerre suole aiutare più della virtù. È meglio oltre le schiere conservare più scorte che sparpagliare i soldati. Difficilmente è sconfitto chi può giudicare sinceramente le truppe sue e degli avversari. Giova più la virtù che la moltitudine: spesso aiuta di più il luogo che la virtù. L’esercito trae vantaggio dal lavoro, con l’ozio si indebolisce. Chi non prepara il grano necessario alla spedizione, è sconfitto senza armi.