Duos cum haberet Demea adulescentulos,
dat Micioni fratri adoptandum Aeschinum,
sed Ctesiphonem retinet. hunc citharistriae
lepore captum sub duro ac tristi patre
frater celabat Aeschinus; famam rei,
amorem in sese transferebat; denique
fidicinam lenoni eripit. vitiaverat
idem Aeschinus civem Atticam pauperculam
fidemque dederat hanc sibi uxorem fore.
Demea iurgare, graviter ferre; mox tamen,
ut veritas patefacta est, ducit Aeschinus
vitiatam, potitur Ctesipho citharistriam.
Personae
MICIO SENEX
DEMEA SENEX
SANNIO LENO
AESCHINUS ADULESCENS
BACCHIS MERETRIX
PARMENO SERVOS
SYRUS SERVOS
CTESIPHO ADULESCENS
SOSTRATA MATRONA
CANTHARA ANUS
GETA SERVOS
HEGIO SENEX
PAMPHILA VIRGO
DROMO PUER.
Demea, siccome aveva due figlioli,
Eschino lascia al fratello Micione
perché lo adotti, mentre Ctesifone
se lo tiene per sé; ma questi,
benché la tutela paterna sia severa,
preso dai vezzi di una suonatrice,
è salvato da Eschino, il fratello,
che i pettegolezzi nati dagli amori di quello
riversa su di sé, giungendo al punto
di rapire al ruffiano la ragazza.
Il medesimo Eschino, peraltro,
aveva violentato una ragazza
povera ma di Atene cittadina,
cui aveva promesso di sposarla.
Demea s’infuria e se la prende a male;
quando, però, la verità vien fuori,
Eschino prende in moglie la ragazza
e Ctesifone ha la sua suonatrice.
Personaggi
MICIONE VECCHIO
DEMEA VECCHIO
SANNIONE RUFFIANO
ESCHINO GIOVANE
BACCHIDE PROSTITUTA
PARMENONE SCHIAVO
SIRO SCHIAVO
CTESIFONE GIOVANE
SOSTRATA MATRONA
CANTARA VECCHIA
GETA SCHIAVO
EGIONE VECCHIO
DROMONE SCHIAVETTO
STEFANIONE SCHIAVETTO
PANFILA RAGAZZA