Quid actum sit in caelo ante diem tertium idus Octobris anno novo, initio saeculi felicessimi, volo memoriae tradere. Nihil nec offensae nec gratiae dabitur. Haec ita uera si quis quaesiuerit unde sciam, primum, si noluero, non respondebo. Quis coacturus est? Ego scio me liberum factum, ex quo suum diem obiit ille, qui uerum prouerbium fecerat, “Aut regem aut fatuum nasci oportere”. Si libuerit respondere, dicam quod mihi in buccam venerit. Quis umquam ab historico iuratores exegit? Tamen si necesse fuerit auctorem producere, quaerito ab eo qui Drusillam euntem in caelum vidit. Idem Claudium vidisse se dicet iter facientem “non passibus aequis”. Velit nolit, necesse est illi omnia videre, quae in caelo aguntur: Appiae viae curator est, qua scis et divum Augustum et Tiberium Caesarem ad deos isse. Hunc si interrogaveris, soli narrabit: coram pluribus nunquam verbum faciet. Nam ex quo in senatu iuravit se Drusillam vidisse caelum ascendentem et illi pro tam bono nuntio nemo credidit, quod viderit, verbis conceptis affirmavit se non indicaturum, etiam si in medio foro hominem occisum vidisset. Ab hoc ego quae tum audivi, certa clara affero, ita illum saluum et felicem habeam.
I fatti che si svolsero nei cieli il tredici ottobre dell’anno di grazia, primo di un’era di beatitudine, ecco quanto voglio tramandare alla storia. Qui non si farà posto né ai risentimenti né alle simpatie. Se per caso qualcuno domanderà come faccio a sapere le cose così precise, prima di tutto, se non mi garba, non risponderò: e chi mi può obbligare? So pure di essere diventato un uomo libero sin da quando finì i suoi giorni colui che aveva confermato la verità del proverbio: “o si nasce re o si nasce cretino”. Se mi piacerà di rispondere, dirò quello che mi viene alla bocca. Gli storici? Chi ha mai preteso da loro dei testimoni giurati? E poi, se proprio bisognerà mettere avanti la fonte, domandatelo a quello che vide Drusilla salire al cielo: lui vi dirà magari anche di aver visto fare a Claudio “trimpellando coi suoi passetti” quello stesso viaggio. Volere o no, gli tocca pure di vedere tutto quello che succede in cielo; soprintende alla via Appia, che presero, lo sai, anche Augusto e Tiberio Cesare, per andare fra gli dèi. Se lo domandi a lui, a quattr’occhi, te lo dirà: davanti a più persone non si lascerà cavare una parola: perché dal giorno che in senato giurò di avere visto Drusilla salire in cielo, e, per ringraziamento di una notizia così bella, nessuno volle credere quello che egli aveva pur visto, proclamò solennemente che non avrebbe fatto più rivelazioni neanche se avesse visto ammazzare un uomo nel mezzo del foro. Quanto seppi da lui allora, io ve lo riporto pari pari, per quanto mi è caro saperlo contento e in buona salute.