Erat Athenis mihi erus adulescens optimus. Is amabat mulierem et illa illum. Is atheniensium legatus Naupactum missus est, ut de magnis rebus ageret. Interim hic miles forte athenas advenit, insinuat sese ad illam amicam mei eri, sibi conciliat voluntatem eius matris vino, cibo, ornamentis. Sed cum evenit huit militi occasio illam eludit; nam is illius filiam conicit in navem clam matrem suam eamque ephesum invitam advehit. Cum scio illam athenis avectam esse, ego quam celerrime navem paro et in eam inscendo, ut eam rem Naupactum ad erum nuntiem. Sed cum in alto sumus, fit quod di volunt: capiunt praedones navem illam. Ille qui me cepit dat me dono huic militi.
Ad Atene avevo come padrone un giovane bravissimo. Egli amava la sua meretrice, e lei lui. fu mandato a Naupatto come ambasciatore degli Ateniesi, per discutere di affari importanti. Nel frattempo giunge per caso qui ad Atene un soldato, si insinua presso l’amante del mio padrone, si guadagna la condiscendenza di sua madre con vino, cibo e ornamenti. Ma quando a questo soldato si presentò l’occasione, la raggirò; infatti mise la figlia di quella sulla nave di nascosto da sua madre e la portò ad Efeso contro la sua volontà. quando vengo a sapere che quella era stata portata via da Atene, preparo una nave il più velocemente possibile e salpo, per riferire il fatto al mio padrone a Naupatto. ma quando siamo in alto mare, accade ciò che vogliono gli Dei: i pirati prendono quella nave. Colui che mi prese mi dà in dono a questo soldato.