Bello in Perseum, Macedonum regem, a senatu indicto, ego Romani reliqui et prima luce classem a Brundisio solvi ut in Macedoniam exercitum traicerem; occidente sole cum omnibus meis navibus Corcyram tenui. Inde quinto die Delphos contendi ut oraculum de exitu belli consulerem atque Apollini pro me exercitibusque et classibus vestris sacrificavi. Delphis post aliquotdies in castra perveni et, imperio accepto, mutatis rebus quae impedimento victoriae erant, ad Pydnam perrexi ut Perseum pugnam recusantem ad pugnandum cogerem. Itaque regem ade vici, Macedoniam in potestatem populi Romani redegi et bellum, quod per quadriennium tres consules ante me gesserunt, ego quindecim diebus perfeci. Praeterea et sponte se dediderunt; gaza regia Romam translata est atque Perseus rex cum liberis est captus.
Dato che c’era la guerra contro Perseo, re dei Macedoni secondo quanto venne prescritto dal senato io lasciai Roma e all’alba salpai da Brindisi per trascinare l’esercito in Macedonia; al tramontar del sole occupai con tutte le mie navi Circira. Da lì dopo cinque giorni giunsi a Delfi per consultare l’oracolo in merito all’esito della guerra e e feci sacrifici ad Apollo per me per gli eserciti e per le vostre flotte. Da Delfi dopo alcuni giorni giunsi nell’accampamento e, secondo l’ordine ricevuto, in quanto era mutata la situazione che era d’impedimento alla vittoria, proseguii in direzione di Pidna per costringere Perseo che rifiutava lo scontro a combattere. E così sconfissi il re, ridussi la macedonia in potere del popolo Romano ed io in quindici giorni portai a termine la guerra, che per 12 anni i consoli prima di me avevano combattuto. E per di più si consegnarono spontaneamente; il tesoro regale fu trasportato a Roma e il re Perseo venne catturato con i figli.