Statua Romae in comitio posita Horatii Coclitis fortissimi viri de coelo tacta est. Ob id fulgur piaculis luendum aruspices ex Etruria acciti inimico atque hostili in populum Romanum animo instituerant eam rem contrariis religionibus procurare. Atque illam statuam suaserunt in inferiorem locum perperam transponi, quem sol oppositu circum undique aliarum aedium nunquam illustraret. Quod cum ita fieri persuasissent, delati ad populum proditique sunt; et cum de perfidia confessi essent, necati sunt; constititque eam statuam proinde, ut verae rationes post compertae monebant, in locum editum subducendam, atque ita in area Volcani sublimiori loco statuendam. Ex qua re bene et prospere reipub. cessit. Tunc igitur quod in Etruscos aruspices male consulentes animadversum, vindicatumque fuerat versus hic [senarius] scite factus, cantatusque esse a pueris urbe tota fertur: “Malum consilium consultori pessimum est.
La statua di Grazio Coclite, uomo coraggiosissimo, posta nel Comizio venne colpita dal fulmine. Per poter espiare con sacrifici la contaminazione della folgore, furon chiamati degli aruspici d’Etruria; i quali, per animo avverso e ostile al popolo romano, proposero di espiare l’avvenimento con falsi riti e consigliarono da malvagi di trasportare la statua in luogo più basso, ove il sole mai non arrivasse, sporgendo tutt’attorno alti fabbricati. Riuscirono a indurre i Romani a far ciò, ma vennero poi scoperti e denunciati al popolo; avendo confessata la propria perfidia, furono uccisi; apparve allora evidente, e le prove si ebbero poi, che si doveva porre la statua in un luogo scoperto, ed essa venne posta in quella elevazione ove sorge il tempio di Vulcano. Quando ciò fu compiuto, gli avvenimenti divennero felici e favorevoli per il popolo romano. Allora, in ricordo dell’esser stato il cattivo consiglio degli aruspici etruschi scoperto e punito, si dice che sia stato composto e cantato dai ragazzi di tutta la città questo verso: “Mal consiglio nuoce a chi lo da”.