Contra Pyrrhum missus est Fabricius quem rex, virtutem eius admiratus, secreto invitavit ut patriam desereret, quartam partem regni sui pollicitus; sed Fabricius ne hoc dono quidem sollicitari potuit. Tum cum vicina castra ipse et Pyrrhus haberent, medicus regis nocte ad eum venit promittens veneno se Pyrrhum occisurum (esse), si quod munus sibi polliceretur. Quem Fabricius vinctum reduci iussit ad dominum Pyrrhoque dici quae contra caput eius medicus spopondisset, ut omnibus manifestum esset Romanos virtute non fraude vincere solere. Tum regem admiratum dixisse tradunt: “Ille est Fabricius, qui difficilius ab honestate quam sol a cursu suo averti potest!”. Tum rex ad Siciliam profectus est. Consules deinde M. Curius Dentatus et Cornelius Lentulus adversum Pyrrhum missi sunt. Curius contra eum pugnavit , exercitum eius cecidit, castra cepit, rex Tarentum fugit. Eo die caesi sunt hostium viginti tria milia. Pyrrhus etiam Tarento mox recessit et apiud argos, Graeciae civitatem, occisus est.
Contro Pirro fu mandato Fabrizio, che il re, avendo ammirato il suo coraggio, incitò segretamente a disertare la patria offrendogli la quarta parte del suo regno. Ma Fabrizio non poté essere corrotto neppure da questo dono. In seguito poichè l’accampamento di Pirro era vicino a quello romano, il medico del re, di notte, venne da lui promettendo che avrebbe ucciso con il veleno Pirro, se avesse ricevuto in ricompensa un qualche dono. Fabrizio ordinò che questo fosse ricondotto legato al padrone e che fossero dette a Pirro le cose che il medico aveva promesso contro la sua vita, perchè a tutti fosse manifesto, che i romani solevano vincere con la forza e non con l’inganno. Allora tramandano che il re ammirandolo avesse detto: “Quell’uomo, che può distogliersi dalla sua onestà più difficilmente che il sole dal suo corso, è Fabrizio. In seguito il re scese in Sicilia. Quindi furono mandati contro Pirro i consoli Marco Curio Dentato e Cornelio Lentolo. Curio combattè contro di lui, sterminò il suo esercito, occupò l’accampamento e il re fuggì a Taranto. In tale giorno furono sterminati 23000 nemici. In seguito Pirro partì da Taranto e ritornò in Grecia dove presso la città di Argo fu ucciso.