46 – Quodsi vitam omnem perturbari videmus errore et inscientia, sapientiamque esse solam, quae nos a libidinum impetu et a formidinum terrore vindicet et ipsius fortunae modice ferre doceat iniurias et omnis monstret vias, quae ad quietem et ad tranquillitatem ferant, quid est cur dubitemus dicere et sapientiam propter voluptates expetendam et insipientiam propter molestias esse fugiendam?
47 – Eademque ratione ne temperantiam quidem propter se expetendam esse dicemus, sed quia pacem animis afferat et eos quasi concordia quadam placet ac leniat. temperantia est enim, quae in rebus aut expetendis aut fugiendis ut rationem sequamur monet. nec enim satis est iudicare quid faciendum non faciendumve sit, sed stare etiam oportet in eo, quod sit iudicatum. Plerique autem, quod tenere atque servare id, quod ipsi statuerunt, non possunt, victi et debilitati obiecta specie voluptatis.
46 – Se ci rendiamo conto che l’intera esistenza è turbata dall’errore e dall’ignoranza, e che la sapienza è la sola che ci liberi dall’assillo delle passioni e dal terrore delle paure e ci insegni a sopportare, con rassegnazione, le offese dello stesso destino e (ci) mostri tutte le strade che conducono alla pace ed alla tranquillità, che motivo c’è d’esitare a dire che si deve desiderare la sapienza per i piaceri e fuggire l’ignoranza per i dispiaceri?
47 – Secondo lo stesso principio, diremo che neanche la temperanza è desiderabile per se (stessa), ma perché infonde pace all’anima e lo tranquillizza con una sorta, come dire, di concordia. La temperanza, infatti, è (quella virtù) che (ci) ammonisce a seguire la ragione, nelle cose da desiderare o da fuggire. Del resto, non è sufficiente stabilire che cosa si debba fare o non fare: è anche opportuno rimaner fermi in ciò che si è stabilito. I più però non possono attenersi saldamente a ciò che essi stessi hanno stabilito, indeboliti e vinti dal frapporsi dell’apparenza del piacere.
Vengono prese in considerazione solo le richieste effettuate tramite la pagina dedicata.
E’ POSSIBILE CONOSCERE LA TRADUZIONE COMPLETA DEL PAR,47 DEL DE FINIBUS LIBRO PRIMO DI CICERONE?COMUNQUE GRZIE PER LA COLLABORAZIONE