Cicero in libris, quos de officiis servandis scripsit, ait achibendum esse modum ulciscendi et puniendi etiam adversus eos, a quibus iniuram acceperimus, et etiam in bellis qerendis maxime conservando esse iura qentium. Nam, cum sint duo qenera decertandi, unum per disceptationem, alterum per vim, confuqiendum est ad posterius, solum si uti non licet superiore. Quare bella suscipere oportet solum ut, nos defendendo, in pace vivamus. Post victoriam autem honestum et probum est eos conservare, qui non crudeles, non immanes, in bello qerendo fuerunt. Prisci Romani Tusculanos, Aequos, Volscos in civitatem accipiendos putaverunt; at, Carthaqine funditus eruenda, Poenis omnem renovandi belli opportunitatem sustulerunt. Ceterum ait Cicero semper paci, quae nihil insidiarum habitura sit, consulendum esse et recipiendos esse illos, qui, postquam arma posuerint, ad victoris fidem confugerint, spe veniam et clementiam consequendi.
Cicerone nei libri, che scrisse sul rispetto dei doveri, afferma che si deve applicare un limite alla vendetta e alla punizione anche nel confronti di coloro, dai quali avremo ricevuto offesa, e anche che nel condurre le guerre soprattutto devono essere osservati i diritti dei popoli. Infatti, dal momento che sono due i generi del contendere, uno attraverso la discussione, l’altro attraverso la forza, ci si deve rifugiare in quest’ultimo, solo se non è possibile avvalersi del primo. Perciò è necessario intraprendere guerre solo perchè viviamo in pace difendendoci. Dopo la vittoria infatti è dignitoso e virtuoso salvare coloro che non sono stati crudeli e feroci nel fare guerra. Gli antichi Romani ritennero di dover concedere la cittadinanza (fare cittadini romani) i Tuscolani, gli Equi, i Volsci; ma, col distruggere dalle fondamenta Cartagine, tolsero ai Cartaginesi ogni opportunità di rinnovare la guerra. Per il resto Cicerone afferma che si deve sempre provvedere alla pace, che non sia destinata ad avere nessuna insidia, e si devono accogliere quelli che, dopo che hanno deposto le armi, si siano rimessi alla lealtà del
vincitore, con la speranza di ottenere perdono e clemenza.