Erat in Carnutibus summo loco natus Tasgetius, cuius maiores in sua civitate regnum obtinuerant. Huic Caesar pro eius virtute atque in se benevolentia, quod in omnibus bellis
singularem eius operam adhibuerat, maiorum locum restituerat. Tertium iam annum Tasgetium regnantem inimici, multis palam ex civitate auctoribus(per palese istigazione), interfecerunt. Defertur ea res ad Caesarem, quem eius mortis valde miseritum est. Ille veritus, quod ad plures pertinebat(sottintendere quel delitto), ne civitas eorum impulsu deficeret, Lucium PLancum cum legione ex Belgio celeriter in Carnutes proficisci iubet ibique hiemare, quorumque opera cognoverat Tasgetium interfectum, hos comprehensos ad se mittere. Interim omnes legati quaestoresque, quibus legiones traditae erant, certiorem Caesarem fecerunt in hiberna se pervenisse lucumque hibernis esse munitum.
Tra i Carnuti viveva una persona di nobili natali, Tasgezio, i cui antenati avevano regnato sul paese: Cesare gli aveva restituito il rango degli avi, in considerazione del suo valore e della sua fedeltà, dato che in tutte le guerre Cesare si era avvalso del suo contributo incomparabile. Tasgezio era già al suo terzo anno di regno, quando i suoi oppositori lo eliminarono con una congiura, mentre anche molti cittadini avevano appoggiato apertamente il piano. La cosa viene riferita a Cesare, che, temendo una defezione dei Carnuti sotto la spinta degli oppositori – parecchi erano implicati nella vicenda – ordina a L. Planco di partire al più presto dal Belgio alla testa della sua legione, di raggiungere il territorio dei Carnuti e di passarvi l’inverno: chiunque gli risultasse implicato nell’uccisione di Tasgezio, doveva essere arrestato e inviato a Cesare. Nello stesso tempo, tutti gli ufficiali preposti alle legioni informano Cesare che erano giunti ai quartieri d’inverno e che le fortificazioni erano ormai ultimate.