“Sconfitta dei Romani al lago Trasimeno”

Romanis nulla spes salutis erat, quia in fronte, in sinistro cornu, a tergo hostes habebant, a dextero cornu lacum et montes; praeterea densa caligo visum et prope armorum usum eripiebat. Romani prae strepitu et clamore consulis tribunorumque imperia iam non audiebant; omnes ad pugnam animos intentos habebant. Tum terrificus terrae motus magnas partes multarum urbium Italiae prostravit, cursu rapidos amnes avertit, lapsu ingenti montes proruit; at pugnantes neque senserunt neque perceperunt: tantus fuit ardor copiarum. In magno tumulto caedes utrimpue ingens fuit: Flaminius consul quoque sub hostium ictibus cecidit strenue pugnans. Pauci per saltus montium evaserunt et sparsa fuga per omnem Etruriam diversis itineribus Romam petiverunt.

Ai Romani non vi era alcuna speranza di salvezza, perchè sia di fronte, sia a sinistra e alle spalle avevano nemici e a destra il lago e i monti, inoltre una densa nebbia toglieva la vista e l’uso delle armi. I Romani per lo strepito e il clamore non sentivano gli ordini del console e dei tribuni, tutti avevano gli animi intenti alla battaglia. Allora un tremendo terremoto prostrò gran parte di molte città, deviò con la corrente i rapidi fiumi, con un ingente frana distrusse i monti, e i combattenti non sentirono nè percepirono: tanto fu l’ardore delle truppe. Nel grande tumulto ingente da ogni parte fu la strage: anche il console Flaminio cadde sotto i colpi dei nemici combattendo strenuamente: alcuni evasero per i passi dei monti e con la fuga sparsa giunsero con diversi itinerai per tutta l’Etruria fino a Roma