Aesopus celebres nuptias furis prope incolentis vidit. Propinqui et amici undique convenerunt et festum agebant. Tota domus cantibus resonabat. Aesopus autem, magna sollicitudine affectus, continuo narrare incepit: “Olim Sol uxorem ducere cupiebat, ideoque ranae magnum strepitum usque ad sidera sustulerunt. Iuppiter, ranarum tumultu vehementer permotus, causam querelae quaesivit. Tunc respondens, stagni habitatrix: “Nunc unus Sol”, inquit, “omnes lacus exurit ideoque miseras ranas demigrare aut in arida sede morti occumbere cogit. Si igitur etiam liberos procreaverit, nulla rana superstes erit”.
Esopo vide le celebri nozze del ladro vicino alle abitazioni. Parenti e amici vennero da ogni parte e facevano festa. Tutta la casa risuonava di canti. Esopo tuttavia, affetto da grande preoccupazione, iniziò a narrare di continuo: “Una volta il sole desiderava sposarsi, e così le rane portarono un grande strepito fino agli astri. Giove, mosso fortemente dal tumulto delle rane, chiese il motivo della lamentela. Allora rispondendo una abitatrice dello stagno disse: “Ora solo il sole inaridisce tutti i laghi e così costringe le povere rane ad andare via o a soccombere alla morte nell’arida sede. Se dunque farà figli, non vi sarà nessuna rana superstite”.