In Demosthene, Graecorum oratorum principe, tandum discendi studium fuit, ut tandem superaret impedimenta naturae diligentia atque industria. Ita balbus erat, ut rethoricae artis, quam discere cupiebat, primam littera non posset dicere; tamen perfecit exercitatione ut nullus orator eo melior putaretum. Deinde perduxit ad gratum auribus sonum vocem suam, quae propter exilitatem acerba erat. Laterum firmitate destitutus, obtinuit a labore eas vires quas corporis habitatus negaverat. Coniectis in os calcoli, summa voce multos versus pronuntiabat inambulans et ardua loca celeri gradu scandens. Sic diu adversus naturam pertinaciter pugnavit, ut victor discesserit et malignitatem eius superaverit.
In Demostene, principe degli oratori greci, ci fu tanto desiderio di apprendere, per superare infine le cose avverse della natura con diligenza e operosità. Era balbuziente così non potendo pronunciare la prima lettera desiderava apprendere l’arte della retorica; tuttavia portò a termine con l’esercizio tanto che nessun oratore era considerato migliore di lui. Poi migliorò il suono della sua voce per le orecchie, voce che per la tenuità era stridula. Sospeso per la robustezza dei fianchi, ottenne dal lavoro quelle forze che prima non aveva. Raccolti i sassi nella bocca, pronunciava con voce imponente molti versi passeggiando e scendendo con velocità i gradini di luoghi angusti. Così a lungo combattè tenacemente contro la natura per uscirne vincitore e superare la sua malignità.
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