Amicitiam, o mi dilecte amice, magnum bonum existima. Amicus enim solacium praebet in aerumnis, auxilium in periculis, laetitiam in secunda fortuna. Quare iunge firmas amicitias usque a pueritia, sed elige amicos magna cum prudentia: nam, quia amicitia non solum gaudia parat, sed etiam officia, exsplorare debemus animos amicorum, praecipue in adversa fortuna. In secunda fortuna enim amici abudant, in adversa saepe diffugiunt. Antiqui amicitiam deorum donum putant et mira exempla fidae et firmae amicitiae tradunt. Multi philosophi et docti viri libros de amicitia conscribunt; etiam Marcus Tullius Cicero praeclarum libellum de amicitia componit et mittit ad Titum Pomponium Atticum, amicum suum.
Mio piacevole amico, considera l’amicizia un sommo bene. L’amico infatti offre conforto nei dispiaceri, aiuto nei pericoli, gioia nella sorte favorevole. Per questo unisci ferme amicizie fin dall’adolescenza, ma scegli gli amici con somma prudenza: infatti poichè l’amicizia non solo offre gioie ma anche molti doveri, dobbiamo esplorare gli animi degli amici, specialmente nelle circostanze avverse. Nella fortuna infatti gli amici abbondano, nelle sfortuna spesso fuggono. Gli antichi ritengono la fortuna un dono degli Dei e tramandano meravigliosi esempi di fedeltà e ferma amicizia. Molti filosofi e dotti uomini scrivono libri sull’amicizia, anche Cicerone compone un illustre libro sull’amicizia e lo manda a Tito Pomponio Attico, suo amico.