Postquam numerus hominum crevit, omnia vitia invaluere. Quare offensus Deus statuit perdere hominum genus diluvio. Attamen pepercit Noemo et liberis eius, quia colebant virtutem. Noemus, admonitus a Deo, extruxit ingentem arcam in modum navis: linivit eam bitumine, et in eam induxit par unum omnium avium et animantium. Postquam Noemus ipse ingressus est arcam cum coniuge, tribus filiis et totidem nuribus, aquae maris et ominum fontium eruperunt. Simul pluvia ingens cecidit per quadraginta dies et totidem noctes. Aqua operuit universam terram, ita ut superaret quindecim cubitis altissimos montes. Omnia absumpta sunt diluvio; arca autem supernatans ferebatur in aquis. Deus immisit ventum vehementem, et sensim aquae imminutae sunt. Tandem, mense undecimo, postquam diluvium coeperat, Noemus, aperuit fenestram arcae, et emisit corvum, qui non est reversus. Deinde emisit columbam: cum ea non invenisset locum ubi poneret pedem, reversa est ad Noemus, qui extendit manum, et intulit eam in arcam. Columba rursum emissa attulit in ore suo ramum olivae virentis, quo finis diluvii significabatur.
Dopo che il numero degli uomini crebbe, tutti i vizi presero vigore. Allora Dio irritato decise di distruggere il genere umano con un diluvio. Tuttavia risparmiò Noè e i suoi figli, poichè coltivavano la virtù. Noè, avvertito da Dio, costruì una grande arca simile ad una nave: la ricoprì con il bitume e su di essa convocò una coppia di tutti gli uccelli e di tutti gli animali. Dopo che Noè fu entrato nell’arca con la moglie, i figli e le nuore, le acque del mare e di ogni fonte tracimarono. Allo stesso modo, cadde un’ingente pioggia per 40 giorni e altrettante notti. L’acqua ricoprì tutta la terra e tutte le cose furono distrutte dal diluvio: l’arca invece galleggiò. Dio mandò un vento che soffiava fortemente e lentamente le acque furono diminuite. Noè aprì la finestra dell’arca e mandò un corvo; ma esso non tornò. Quindi mandò una colomba; poichè non aveva trovato un luogo asciutto la colomba tornò all’arca; Noè stese la mano e la riprese. La colomba fu nuovamente mandata e ritornò: teneva in bocca un ramoscello fiorente d’olivo: da quel ramoscello veniva annunciata la fine del diluvio.