Filius Croesi regis, quamvis iam fari per aetatem posset, infans erat et, quamvis iam multum adolevisset, item nihil fari quibat. Mutus adeo et elinguis diu existimatus est. Cum in partem eius, bello magno victum et urbe, in qua erat, capta hostis gladio educto, regem esse ignorans, invaderet. Diduxit adulescens os, clamore nitens, eoque nisu atque impetu spiritum vitium nodumque linguae rupit planeque et articulate elocutus est, clamans in hostem, ne rex Croesus occideretur. Tum et hostis gladium reduxit et rex vita donatus est et adulescens loqui prorsum deinceps incepit.
Il figlio del re Creso, all’età in cui poteva parlare, non ne era capace, ed anche crescendo negli anni non riusciva ad articolar parola. Pertanto per molto tempo lo ritennero muto e senza l’uso della lingua. Un giorno in cui Creso era stato sconfitto in una grande battaglia e la città, in cui si trovava, occupata, il giovane principe vedendo un nemico che senza sapere che era il re, tratta la spada, si rivolgeva contro suo padre, aprì la bocca tentando di gridare; per lo sforzo fatto e la violenza del soffio, si ruppe l’impedimento e l’intoppo della lingua, e chiaramente e distintamente gridò al nemico che non uccidesse il re Creso. Nello stesso istante il nemico rifoderò la spada, il re fu salvo e il giovane da allora incominciò a parlare.