Adsidui vero et anniversarii Romanorum hostes ab Etruria fuere Veientes, tamen extraordinariam manum adversus eos promisit privatumque gessit bellum gens una Fabiorum. Caesi sunt apud flumen Cremeram trecenti Fabii, patricius exercitus, sed clades ingentibus victoriis espiata est, postquam robusta oppida capta sunt, vario quidem eventu. Falisci sponte se dediderunt, crematae sunt igne Fidenae, direpti sunt funditus deletique Veientes. Dum Falisci obsiduntur, mira apparuit fides imperatoris, nec immerito, quod ludi magistrum, urbis proditorem, cum discipulis ultro remiserat. Namque vir sanctus et sapiens sciebat veram victoriam salva fide et integra dignitate pari. Fidenates, quia pares non erant ferro, ut terrorem Romanis inicerent, facibus armati et discoloribus serpentium in modum vittis furiali more processerant; sed habitus ille feralis eversionis omen fuit. Veii capti sunt post decennem obsidionem.
Assidui e continui nemici dei romani dall’Etruria furono i Veienti, tuttavia solo la Gens dei Fabi impiegò contro loro uno straordinario manipolo e fece guerra. Trecento Fabi, esercito patrizio, furono uccisi presso il fiume Cremera, ma la disfatta venne vendicata con molte vittorie, dopo che vennere conquistate forti città, con diverso evento. I Falisci si consegnarono spontaneamente, i Fidenati furono dati alle fiamme, i Veienti furono saccheggiati e distrutti totalmente. Mentre i Falisci venivano assediati, la bravura dell’imperatore apparve straordinaria nè senza merito, perchè fece andare dall’altra parte un maestro di scuola, traditore della citta con i discepoli, e infatti l’uomo buono e sapiente sapeva che la vera vittoria viene preparata da una fiducia intatta e da una dignità totale. I Fidenati, poichè non erano armati allo stesso modo, per incutere terrore ai romani, erano avanzati armati di torce e con fasce variopinte di serpenti secondo l’uso, ma quell’abito fu presagio di una tremenda distruzione. I Veienti vennero presi solo dopo dieci anni di assedio.