Postquam Ulixes cum suis comitibus in Africae litoribus Lotophagos cognoverat et loti magnam et crudelem suavitatem vitaverat, brevi tempore ad Cyclopum insulam pervenit. Cyclopes genus ferum et agreste erant: in speluncis iuxta mare in orientali siciliae ora antiquis temporibus fuerant. Ingenti corporis vi praediti, unum oculum in media fronte habebant salubremque pastorum vitam inter oves agebant. Famem piscibus vel ovium carne vel caseo extinguebant, sitim lacte. Ubi Ulixes cum paucis sociis in Polyphemi speluncam intraverat, Cyclops, hospitalitatis immemor, miseros homines in antro clausit et nonnullos etiam interfecit editque; nam Cylopes omnia deum hominumque iura despiciebant. Callidus Ulixes tamen Polyphemum singulari artificio decepit: postquam Graecus vir ei multum vinum praebuerat et Cyclops biberat, in somno turpe monstrum oculo privavit et tali modo e tristi spelunca incolumis tandem evasit.
Dopo che Ulisse con i suoi compagni avevano conosciuto i Lotofagi nei lidi dell’Africa e aveva evitato la grande e l’implacabile bontà del loto, giunse in breve tempo nell’isola dei Ciclopi. I Ciclopi erano un popolo crudele e selvatico: nei tempi antichi avevano vissuto in spelonche vicino al mare nella regione della Sicilia Orientale. dotati di una grande forza del corpo, avevano un solo occhio in mezzo alla fronte e conducevano la salubre vita dei pastori tra le pecore. Calmavano la fame con pesci o carne di pecore o con il formaggio, la sete con il latte. Quando Ulisse era entrato con pochi compagni nella spelonca di Polifemo, il Ciclope, incurante dell’ospitalità, chiuse i poveri uomini in un antro e alcuni li uccise perfino e li mangiò; infatti i Ciclopi disprezzavano le leggi di tutti gli dei e degli uomini. Tuttavia l’astuto Ulisse ingannò Polifemo con una singolare astuzia: dopo che l’uomo greco gli aveva offerto molto vino e il Ciclope l’aveva bevuto, privò dell’occhio il turpe mostro nel sonno e in tal modo alla fine uscì dalla triste spelonca incolume.