Veni Karthaginem, et circumstrepebat me undique sartago flagitiosorum amorum. nondum amabam, et amare amabam, et secretiore indigentia oderam me minus indigentem. quaerebam quid amarem, amans amare, et oderam securitatem et viam sine muscipulis, quoniam fames mihi erat intus ab interiore cibo, te ipso, deus meus, et ea fame non esuriebam, sed eram sine desiderio alimentorum incorruptibilium, non quia planus eis eram, sed quo insanior, fastidiosior. et ideo non bene valebat anima mea, et ulcerosa proiciebat se foras, miserabiliter scalpi avida contactu sensibilium.
Venni a Cartagine a mi strepitavano attorno da ogni parte un mucchio di amori rovinosi. Ancora non amavo e amavo amare e odiavo la sicurezza e la via senza tranelli dato che io avevo un vuoto nell\’intimo di cibo interiore, di te stesso, o Dio mio, e per quella fame non avevo fame, ma ero senza desiderio di cibo incorruttibile non perché ne fossi pieno, ma perché tanto più ne ero a digiuno, tanto più ne ero nauseato. E perciò la mia anima non stava bene, e tutta piegata si protendeva all\’esterno, miserabilmente avida di essere sfregata dal contatto con la realtà sensibile.