Fuit etiam disertus, ut nemo ei Thebanus par esset eloquentia, neque minus concinnus in brevitate respondendi quam in perpetua oratione ornatus. Habuit obtrectatorem Menecliden quendam, indidem Thebis, et adversarium in administranda re publica, satis exercitatum in dicendo, ut Thebanum scilicet: namque illi genti plus inest virium quam ingenii. Is quod in re militari florere Epaminondam videbat, hortari solebat Thebanos, ut pacem bello anteferrent, ne illius imperatoris opera desideraretur. Huic ille ‘Fallis’ inquit ‘verbo civis tuos, quod hos a bello avocas: otii enim nomine servitutem concilias. Nam paritur pax bello. Itaque, qui ea diutina volunt frui, bello exercitati esse debent. Quare, si principes Graeciae vultis esse, castris est vobis utendum, non palaestra. Idem ille Meneclides cum huic obiceret, quod liberos non haberet neque uxorem duxisset, maximeque insolentiam quod sibi Agamemnonis belli gloriam videretur consecutus, ‘At’ ille ‘desine’ inquit, ‘Meneclida, de uxore mihi exprobrare: nam nullius in ista re minus uti consilio volo’. – Habebat enim Meneclides suspicionem adulterii -. ‘Quod autem me Agamemnonem aemulari putas, falleris. Namque ille cum universa Graecia vix decem annis unam cepit urbem; ego contra ea una urbe nostra dieque uno totam Graeciam Lacedaemoniis fugatis liberavi.’
Fu pure eloquente, tanto che nessun tebano era pari per eloquenza, e non meno elegante nella brevità del rispondere che raffinato in un lungo discorso. Ebbe un tale Meneclide come denigratore, dallo stesso luogo a Tebe, ed avversario nel governare lo stato, abbastanza esercitato nel parlare, come tebano si capisce: infatti in quella stirpe c’è più di forze che di ingegno. Egli vedendo che Epaminonda eccelleva nella realtà militare, soleva esortare i Tebani, perché preferissero la pace alla guerra, perché non fosse richiesta l’opera di quel comandante. A costui egli Infatti, disse, ‘Tu inganni i tuoi concittadini, perché li distogli dalla guerra: infatti col nome della tranquillità raccomandi la schiavitù. Infatti la pace è generata dalla guerra. E così quelli che vogliono goderla continua, devono essere esercitati dalla guerra. Perciò se volete essere i primi della Grecia, voi dovete usare gli accampamenti, non la palestra’. Quello stesso Meneclide rimproverando a costui, perché non aveva figli né aveva preso moglie, e soprattutto l’arroganza perché sembrava aver raggiunto la gloria della guerra di Agamennone, ‘Ma’, egli disse, ‘Meneclide, smetti di rimproverarmi per la moglie: infatti da nessuno voglio un consiglio meno che da te’. ““ Infatti su Meneclìde gravava il sospetto di adulterio -. ‘Per il fatto che tu pensi che io emuli Agamennone, sei ingannato. Infatti quello con tutta la Grecia a stento in dieci anni prese una sola città; io invece con una sola città, la nostra, e in un giorno solo, messi in fuga i Lacedemoni, ho liberato tutta la Grecia.’