M.Tullio Cicerone C.Antonio consulibus facta est Romae coniuratio. Praeerat L. Sergius Catilina, iuvenis nobilis generis, sed perditis moribus, qui constituerat consules aliosque magistratus iterficere, urbem incendio delere, rerum potiri. Adlexerat blanditiis iuvenes imperitos et cupidos divitiarum et voluptatum, praeterea omnium qui rerum novarum cupiditate flagrabant, promittens magna lucra magnsque quaestus. M.Cicero, gravitatem periculi considerans, motum sine mora repressit. Coniurati qui in urbe manserant comprehensi et interfecti sunt. Sed Catilina, qui iam Roma effugerat, exercitu collecto, cum copiis M.Antonio conflixit. Apud Pistorium profligatus est et morte strenue pugnans appetivi.
Sotto il consolato di M. Tullio Cicerone e C. Antonio a Roma fu fatta una congiura. Ne era a capo L. Sergio Catilina giovane di nobile stirpe, ma di dissoluti costumi, il quale aveva deciso di uccidere i consoli e gli altri magistrati, di distruggere la città con un incendio e impadronirsi del potere. Aveva attirato a sè con lusinghe giovani inesperti e desiderosi di ricchezze soprattutto quelli che ardevano dal desiderio di cose nuove promettendo grandi guadagni e grandi vantaggi. M. Cicerone rendendosi conto della gravità del pericolo represse senza indugio il movimento politico. I congiurati che erano rimasti in città furono catturati ed uccisi. Ma Catilina, che già si era allontanato da Roma, dopo avere riunito l’esercito si scontrò con le milizie di Antonio. Fu sconfitto presso Pistoia e combattendo strenuamente andò verso la morte.