Tantalus, Lydorum rex, diis deabusque carus erat ideoque Iuppiter saepe eum in Olympum invitabat et ad deorum mensam admittebat. Sed Tantalus in convivio Iovis deorumque sermones audiebat et postridie eorum verba hominibus referebat; olim etiam nectaris ambrosiaeque furtum facerat. Tum Iuppiter, ob tanta facinora iratus, Tantalum ex Olympo pellere atque in Inferis saeva poena eum punire statuit: “Tu, Tantale, in palude Stygia in aeternum stabis, sed fame sitique excruciaberis: nam si os ad aquam appropinquabis, aqua statim recedet; multi rami cum iucundis pomis ante oculos tuos pendebunt, sed, si brachia ad ea levabis,ventus arborum ramos ad caelum tollet. Praeterea magnum saxum super caput tuum semper impendebit”. Itaque miser Tantalus hoc saevum supplicium in perpetuum fert.
Tantalo re dei Lidi era caro agli dei e alle dee e pertanto Giove spesso lo invitava nell’Olimpo e lo accoglieva alla mensa degli dei. Ma Tantalo ascoltava nel convivio tutti i discorsi di Giove e degli dei e il giorno dopo riferiva le loro parole agli uomini; un giorno aveva fatto anche un furto di nettare e ambrosia. Allora Giove, adirato per tanto grandi misfatti, stabilì di scacciare Tantalo dall’Olimpo e punirlo con una terribile pena. “Tu Tantalo starai in eterno nella palude Stigia, ma sarai tormentato dalla fame e dalla sete: infatti se avvicinerai la bocca all’acqua, l’acqua subito si ritrarrà; molti rami con frutti penderanno deliziosamente davanti ai tuoi occhi ma se alzerai le braccia verso di loro, il vento solleverà i rami dell’albero verso il cielo. Inoltre un enorme sasso incomberà sempre sulla tua testa”. Pertanto il povero Tantalo sopporterà in eterno questo crudele supplizio.