Tibullus, clarus poeta Romanus, totum annum in agris suis vitam tranquillam agere amabat; negotia, Forum militiamque vitabat. Aestate frigidae agrorum aurae poetam recreabant, autumno pratorum silvarumque silentia et amoenorum rivorum voces eum delectabant. Tibullus in carminibus suis vitae rusticae gaudia canebat et agricolis dicebat: “Agrorum silvarumque deas deosque pie colite: ii dona vestra accipient, agros vestros armentaque protegent, morbos fugabunt, familias vestras adiuvabunt; laeti in vicis vestris sine curis vivetis”.
Tibullo, famoso poeta Romano, per tutto l’anno amava trascorrere una tranquilla vita nei suoi campi; evitava gli affari, il foro e la vita militare. In estate i freschi venti dei campi ristoravano il poeta, in autunno il silenzio dei prati e dei bosci e gli scroscii dei ruscelli ameni lo dilettavano. Tibullo cantava nei suoi carmi le gioie della vita rustica e diceva agli agricoltori: “Venerate piamente le dee e gli dei dei campi e dei boschi: essi riceveranno i vostri doni, proteggeranno i vostri campi, scacceranno le malattie, aiuteranno le vostre famiglie; vivete felici nei vostri villaggi senza preoccupazioni”.