Eridanus longe vastissimus et amplissimus Italicorum fluviorum est. Ex Alpibus, ubi perpetuae et candidissimae nives sunt, oritur, per amoenissimam planitiem influit in mare Hadriaticum. Iter eius longissimum est, multo longius quam Tiberis et Arni. Undae rapidissimae sunt in montana parte, inde placidiore et minus torrenti cursu ad mare profluunt. Plurimae et maximae urbes in ripis Eridani sunt. De eius ripis etiam nobilissimam fabulam narrat. Cum Phaeton, Solis filius, nimis ad terram curru patris appropinquavisset, Sol, ne Phaeton florida culta ureret violentissimo et acerrimo aestu, currum deiecit. In uberrimam planitiem, apud Eridani ostium, cecidit currus et frigidissimae undae incendium exstinxerunt. Tunc sorores miserrimi Phaetontis, cum fratrem mortuum vidissent, moestissimo vultu et copiosissimis lacrimis fleverunt ad in albas populos mutatae sunt. Nam, etiam aetate nostra, plurimae populi fluminis ripas ornant, dulcissimas umbras viatoribus fessis parant et memoriam miserrimi adulescentis et piissimarum sororum tradunt.
L’Eridano è di gran lunga il più vasto e ampio dei fiumi italici. Dalle Alpi, dove si trovano nevi perpetue e assai candide, nasce e confluisce attraverso una piacevole pianura nel mare Adriatico. Il suo corso è assai lungo, molto più del Tevere e dell’Arno. Le onde sono molto ripide nella parte di montagna da dove con un corso più placido e minore sfociano nel mare. Sulle rive dell’Eridanio vi sono molte città. Sulle sue rive raccontano anche una storia molto bella. Poichè Fetonte, figlio del Sole, si era avvicinato eccessivamente alla terra con il carro del padre, il Sole, affinchè Fetonte non bruciasse i floridi campi con il violento e tremendo calore, gettò il carro. Il carro cadde su una pianura molto fertile presso la spiaggia di Eridano e le onde assai fredde spensero il fuoco. Allora le sorelle del misero Fetonte, avendo visto il fratello morto, piansero con volto assai triste e moltissime lacrime e furono trasformate in chiari pioppi. Infatti anche alla nostra epoca, molti popoli ornano le rive del fiume, preparano dolcissime ombre ai viandanti stanchi e tramandano la memoria del povero fanciullo e delle buone sorelle.